Il pozzo di Catherine Chanter
Scritto da AmanteDiLibri - 02 aprile
Buongiorno lettori!
Oggi vi propongo la recensione di un romanzo davvero intrigante e diverso dai miei soliti. Certo, si potrebbe dire che si tratta di un distopico ma non solo. Curiosi?
Titolo originale: The Well
Editore: Marsilio
Data di pubblicazione: 11 Febbraio 2016
N°pagine: 405
Trama: Da due anni sulla Gran Bretagna non cade una goccia d’acqua. Mentre una prolungata e devastante siccità alimenta cambiamenti politici e sociali, rivoluzioni e nuove religioni, al Pozzo, un podere di campagna rimasto miracolosamente verde, Ruth Ardingly è agli arresti domiciliari nella casa dove per sfuggire alla grande città aveva scelto di trasferirsi con l’uomo che amava. È accusata di avere ucciso suo nipote, Lucien. Un bambino di cinque anni. Tutto intorno la terra è arida e la gente ha sete, solo al Pozzo l’acqua non manca. Ma quel giardino rigoglioso ha reso il mondo al di fuori sospettoso, e ben presto l’angolo di paradiso che doveva rappresentare l’inizio di una nuova vita diventa per Ruth una prigione. Tre sorveglianti controllano e registrano ogni suo gesto, disponendo del suo presente. A Ruth non rimane che il passato da ricostruire. E un terribile sospetto: potrebbe davvero essere stata lei a uccidere Lucien? Nel suo intenso thriller psicologico, Catherine Chanter immagina un mondo in cui le bizzarrie del clima scatenano negli uomini le reazioni più disperate e vili, lasciando spazio all'invidia e ai fanatismi di religioni fasulle. Sullo sfondo di uno scenario talvolta apocalittico, ma allo stesso tempo molto credibile e realistico, pagina dopo pagina seguiamo la ricostruzione di un omicidio insensato, mentre l’idillio sempre più assume le sembianze di un incubo. Con uno stile grandioso e una costruzione quasi diabolica, Il Pozzo affronta le paure del nostro tempo distillandole nella storia di una donna che in una situazione estrema si batte per ciò che ama.
Per quanto sembri impossibile da ben due anni in Inghilterra non piove. Ruth e Mark scappano dalla grande città, Londra, e trovano rifugio in una meravigliosa e ridente fattoria. Ma quella tenuta che per loro rappresenta l’inizio di una nuova vita lontana dalla città scopriranno essere l’unico posto dove continua a piovere normalmente e tutto è rigoglioso e verde. Così ben presto la fattoria si trasforma in una sorta di gabbia, circondata dall’invidia e dall’odio di quelli che vivono il dramma della siccità.
Quando il nipote di cinque anni, Lucien, muore in circostanze poco chiare e Ruth viene accusata del fatto, la situazione precipita molto velocemente. Ruth si ritrova agli arresti domiciliari, sorvegliata con attenzione, e Il Pozzo diventa meta di pellegrinaggio di ogni tipo di curioso, attirato dalle sue proprietà uniche. Tutori dell’ordine, giornalisti, ufficiali governativi e i membri di una nuova religione, esclusivamente al femminile, le Sorelle della Rosa di Jericho, affollano la fattoria mentre Ruth, sempre più confusa e piena di dubbi, comincia a temere di essere davvero la responsabile della morte di suo nipote.
Attraverso i meccanismi del giallo psicologico l’autrice riesce a riflettere sui nostri tempi e su importanti eventi quali il cambiamento climatico, che viene impiegato in maniera molto efficace quale meccanismo d’innesco per portare a galla gli aspetti più negativi dell’uomo, fra invidia e fanatismo religioso.
Ne esce fuori uno scenario a metà fra apocalisse e incubo che ha al centro di tutto una donna, le sue paure e la capacità di lottare per quel che ama e dove il pozzo scatena sì i peggiori istinti ma rimane anche una sorgente di speranza.
Interessante la genesi di questo romanzo: ho potuto ascoltare l'autrice in occasione di un incontro a Incroci di Civiltà a Venezia - motivo per cui pubblico questa recensione oggi e non qualche tempo fa - durante il quale ha raccontato come tutto fosse partito da un quadro dell'Annunciazione che ha fatto sorgere in lei la domanda su cosa potrebbe voler dire oggi essere una prescelta, come distinguere tra segni e suggestioni in un'epoca, la nostra, segnata da mille cambiamenti destabilizzanti e mille insicurezze.
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