Outcast di Alina Bronsky

Scritto da AmanteDiLibri - 23 aprile

Buona pasqua in ritardo mie cari lettori!
Anche queste brevi vacanze sono passate tra mille e mille impegni e non sono riuscita ne a farvi gli auguri ne tantomento a scrivere le tre recensioni che avevo in programma!
Quindi eccomi qui, ritardataria ora e per sempre, con la prima: sarà la volta di Outcast, il nuovo romanzo made in Germany, che sono convinta, da domani vi conquisterà!

Titolo originale: Spiegelkind
Serie: Spiegelkind, n°1
Editore: Corbaccio
Data di pubblicazione: 24 aprile 2014
N° pagine: 300
Trama: Juliane ha quindici anni e vive in una società rigidamente strutturata dove i Normali controlla­no tutto e si tengono rigorosamente lontano da coloro che si comportano in modo anticonven­zionale. Juliana frequenta il liceo, abita in un quartiere ordinatissimo e segue tutte le regole della Normalità. Suo padre, esempio di omologazione e sua madre, pittrice per hobby e più originale, sono separati. All’improvviso la madre scompare, la casa è sottosopra e piena di poliziotti e il padre sembra stranamente tranquillo. Cosa succede? E perché Julie sente suo padre definire sua madre «una fata», uno degli essere più temuti e disprezzati dalla società dei Normali? In una corsa contro il tempo Julie dovrà confrontarsi con una realtà ben diversa da quella in cui è cresciuta. Dove le cose e le persone non sono bianche o nere e dove la diversità, l’originalità sono fonti di ricchezza e non nemici da combattere. Ma il mondo là fuori è pericoloso, violento e pieno di sorprese. Julie ritroverà sua madre? E troverà se stessa?
È stato inaspettato, non pensavo che questo romanzo potesse piacermi così tanto, lo dico davvero. I libri di fate sono tra i miei preferiti ma quando incontrano la distopia la cosa non è così scontata. Invece si è rivelato un mix che mi fatto divorare trecento pagine in due ore e qualcosina!

In una società dove la Normalità è divenuta la massima aspirazione per il genere umano, cosa succede quando una Fata sparisce? 
Juliane non sapeva chi fossero le Fate prima della sparizione di sua madre. Certo, le conosceva come piccole personcine con delicate ali colorante, ma non sapeva che per il suo mondo erano una razza di streghe crudeli e cattive. Descritte come le streghe di un tempo le Fate venivano guardate con disprezzo e terrore, costrette a nascondersi o accettare vite infelici affianco di un Normale pur di avere dei figli… e la figlia di una Fata ha lei stessa una probabilità del cinquanta percento di diventarlo.
La verità Juli la apprende man mano grazie all'arrivo nel suo liceo di Ksü, una Freak (o forse no), e suo fratello Ivan.
E tra gattini rossi che escono da i quadri, corse in motorino e tinte blu vi troverete scaraventati in un mondo che difficilmente vorrete lasciare.

Lo stile della Bronsky si adatta perfettamente alla storia che racconta, e anche se mi è sembrato a tratti troppo diretto, è riuscito ad incantarmi già dopo poche righe.
Quanto hai personaggi invece, se il personaggio di Juliane all'inizio non mi ha entusiasmato moltissimo - cambiando poi opinione - mi sono subito affezionata a Ksü, ribelle, libera e forte malgrado gli avvenimenti del suo passato. E con la stessa intensità, con cui ho amato queste due ragazze, ho odiato il padre di Juli: un essere davvero orribile e privo di cuore, mosso solo da egoismo e avidità.

Probabilmente vi ho già detto anche troppo su questo romanzo e non voglio rovinarvi la lettura dicendovi troppo.
Ci saranno molte domande che riceveranno risposta in questo libro, e altrettante e forse anche più che non la riceveranno - ci sono rimasta malissimo quando ho girato l'ultima pagina e mi sono trovata di fronte i ringraziamenti! - lasciandovi con il desiderio di conoscere il tedesco per leggere il seguito!
In conclusione io vi consiglio davvero caldamente di cogliere al volo l'occasione e di presentarvi domani in libreria per prenderlo - cosa che farò anche io - e avere così un libro davvero unico a farvi compagnia in questo ultimo e lungo weekend di aprile!


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