L'ordine delle blogger - Speciale Black Friars: Lo Studium e le confraternite

Scritto da AmanteDiLibri - 19 giugno

Benvenuti a tutti!
Pronti per il terzo appuntamento dello Speciale Black Friars?


Anche oggi avremo ospite la bravissima Virginia de Winter, creatrice di questa splendida serie di cui oggi andremo, grazie al suo aiuto, a curiosare nella storia dello Studium e delle confraternite studentesche che lo animano.
Non so voi ma se ne avessi la possibilità amerei studiare nelle Vecchia Capitale, e non ci credo se mi dite che non lo mai avete sognato!
Ma bando alle ciance, andiamo a leggere le splendide risposte di Lady Vy e a contare quanti giorni mancano al 4 luglio!



1. Ho letto che per la tua università, lo Studium, ti sei ispirata a quella di Bologna, una delle più antiche d'Italia. Cosa ti ha affascinato di quei luoghi e di quella storia per deciderne di ricrearlo tra le pagine dei tuoi romanzi? E quale aspetto tutto tuo, se ce n'è uno, hai unito e intrecciato a quelli reali?

Lo Studium di Bologna è la più antica istituzione universitaria di cui sia abbia notizia, almeno secondo i canoni che ne abbiamo noi. Non senza ragione è l’Alma Mater Studiorum per antonomasia. Nel momento in cui gli stemmi araldici studenteschi che ancora oggi ricoprono i soffitti della loggia dell’Archiginnasio, si sono combinate con i Carmina Burana, l’eco dei clerici vagantes, della primigenia goliardia che portano con sé, io ho capito che cosa volevo – e ancora oggi – voglio scrivere. Di Bologna ho messo moltissimo: il Teatro Anatomico dove i miei scholares della Societas di Medicina seguono le lezioni; l’Archiginnasio; i Collegi e lo stesso concetto di Collegi universitari intesi come unità culturali (Nationes) degli studenti provenienti da determinate zone geografiche – il Reale Collegio di Spagna, per esempio, esiste ancora oggi – che ho combinato al modello parigino. Il campanile della Chiesa di San Petronio, nella Bologna di quei tempi, scandiva, come nella mia Vecchia Capitale, le lezioni dell’Università e per questo una delle sue campane era detta “scolara”. Da parte mia ho sfumato i contorni di questa realtà, adattandoli a un mondo – il mio – che ricomprende anche una forte autorevolezza delle figure femminili e razze non umane che, anch’esse, sono oggetto di studi e con risvolti peculiari del diritto e della medicina. Parte dell’impronta culturale della mia Università è anche data dalla storia della Federico II di Napoli, la prima università laica fondata per decreto statale di tutto il mondo occidentale (a differenza di Bologna e Parigi dove le Universitas nascono come libere corporazioni). È in onore di Federico II di Svevia e di questo suo grande lascito che Axel Vandemberg porta come secondo nome Frederich, è un atto di ossequio a quanto ha creato che i miei Vandemberg sono i sovrano fondatori dello Studium della Vecchia Capitale.


2. Se c'è una cosa che adoro sono gli Ordini Studenteschi che hai creato, in particolare quello della Penna, di cui farei immediatamente parte se potessi (non posso vero? Neanche in via del tutto onoraria e virtuale?). Quindi ti domando, già da L’Ordine della Spada sapevi quale origine avresti dato a questo ordine o è venuto in seguito? E in generale cosa ti ha ispirato per ognuno di essi?

L’idea c’era e non c’era, nel senso che avevo considerato varie ipotesi, ma sapevo già che alcune confraternite dello Studium erano talmente antiche che, semplicemente, se n’era persa la funzione primigenia. Non è solo il caso dell’Ordine della Penna, come vedrete nel libro che uscirà a breve. Sin dal primo libro però avete potuto notare che la Penna aveva, come la Chiave, un posto di rilievo. Vi dirò di più: è l’unica tra le Fraternitates studentesche dove la carica suprema, il Magister oppure la Magistra, ha la durata dell’intero percorso universitario e, soltanto dopo la laurea, la persona che la ricopre cessa le sue funzioni. Questo perché l’Ordine della Penna conserva tra le sue mura un patrimonio di documentazione di cui ancora, nel libro che gli ho dedicato, è stata scalfita soltanto la superficie. Abbiamo già visto sia con l’Ordine della Spada che con quello della Penna che la forza delle tradizioni del Continente è molto più concreta e reale di semplici leggende: ogni cosa, anche la più insospettata, può nascondere un nocciolo di potere, figurarsi le biblioteche e gli archivi dell’Ordine della Penna. Se poi Gareth Eldrige decidesse di nuovo di andare a dare una mano con i lavori, Dio solo sa che cosa potrebbe emergere da quelle pareti! Non so dire di preciso cosa mi abbia ispirato, probabilmente solo la constatazione che tanto di ciò che è giunto fino a noi in origine aveva un significato diverso che, mutato nel tempo, però non si è mai perduto.

3. Se gli ordini studenteschi riflettono lo spirito di avventura e trasgressione che si affianca allo studio e la ricerca, le confraternite religiose riportano immediatamente il lettore a una dimensione in cui la conoscenza viene guardata con sospetto, se non disprezzo, e viene perseguita solo una verità. Come mai hai scelto di affiancare questi due aspetti, scienza e religione, opposti e in netto contrasto tra loro?

Il medioevo fu un’epoca fortemente confessionale e allo stesso tempo violentemente anticlericale, forse nessuno più dell’uomo medievale visse nella più abietta angoscia riguardo il giudizio che avrebbe dovuto affrontare dopo la morte. Il pensiero dell’aldilà era costante minaccia e conforto, il senso religioso aveva un connotato di paura che si avvicina più alla superstizione che alla fede; la Chiesa era manipolativa quanto poteva esserlo un’istituzione che vigilava sul mondo investita di un’autorità divina in cui tutti credevano ciecamente e ho immaginato, che nel mio mondo come in quello reale, il diverbio imprescindibile, affascinante, tra scienza e fede potesse trovare largo spazio nelle sue molteplici sfaccettature. In particolare, il Regno della Chiesa, è un’unità sovranazionale con autorità su tutte le anime del Continente e, come tale, nonostante sprovvista di confini territoriali, si comporta. Teme che le scienze e la conoscenza che lo Studium trasmette possa sostituirsi alla sua legge e che i Domini, gli insegnanti, possano avere nei confronti dei loro scholares maggiore influenza di quanta ne abbiano i prelati. Inoltre c’è l’annosa questione delle razze non umane, a cui la Chiesa non riconosce né diritti religiosi né civili. Nei miei libri la casta clericale è della più varia, come dicevo nella Chiave, si compone di sacerdoti, alti prelati, preti autentici e spretati, oltre che, naturalmente, di persone animate da una fede sincera e altre che invece ne usano il potere spirituale e temporale per i propri scopi e ambizioni. Il livello più basso della casta è rappresentato dalle Confraternite del Canale che della fede religiosa professarono solo i tratti che abbrutiscono: odio, intolleranza, estremismo. Tornando al nostro medioevo, allora come oggi, lo spirito critico nei confronti delle fila ecclesiastiche era feroce, spietato. L’uomo medievale guardava al triste esempio dato da molti prelati, paragonandoli – come sempre accade – agli asceti dei tempi d’oro che furono. Nella domanda di prima citavo i Carmina Burana, ecco, uno di essi recita: sunt latrones, non latores legis Dei destructores, dove con un gioco di parole coloro che dovrebbero essere “latores”, portatori della Parola, diventano “latrones” e distruttori della Legge Divina. La religione e la fede, tuttavia, hanno grande parte e importanza nei miei libri: sono una forza attiva e potente contro coloro che scelgono come loro antagonisti, gli Dei una presenza costante nella vita di tutti i giorni. L’irriverenza è stretta compagna del timor di Dio, uomini e donne di chiesa oggetto di scherno e motteggi. I miei scholares condividono questo spirito, al tempo stesso, rispettoso nei confronti della fede e disincantato verso chi ne fa un uso poco pastorale e vivono la religione con la spensieratezza che è loro propria. In questo pezzo che segue, che credo sia finita sotto la mannaia di Pamela nella versione definitiva della Chiave, Gilbert Morgan direi che ne rappresenta l’esempio perfetto:
“La settimana successiva, Gilbert Morgan, vedendo passare una ragazza del popolo lungo la navata di una chiesa di Delamar dove stava per eseguire un assolo, si era irrimediabilmente distratto e quando la musica era cominciata aveva attaccato una ballata da taverna invece di un inno alla Vergine.
Tanto per chiosare – considerando anche che in quel momento qualsivoglia illibatezza era l’esatto opposto dei suoi propositi – la ballata in questione aveva come soggetto una procace femmina che, mascheratasi da ragazzo, si iscriveva alla Societas di Teologia, con annessi e connessi facilmente intuibili.
Era piuttosto chiaro che nessuno gli avrebbe permesso di dimenticarlo per almeno un secolo a venire e dalla faccia del sacerdote che l’anatema era immediato e irrimediabile.
Gilbert Morgan aveva una meravigliosa voce di baritono, amava cantare e soprattutto ascoltare la propria voce. Che si alzasse nelle limpide note indirizzate al Cielo, oppure nelle strofe scollacciate che gli avventori delle osterie sembravano gradire parecchio, riscuoteva sempre un discreto successo.
Si prestava di buon grado a intonare salmi, offertori e alleluia soprattutto perché questo gli dava occasione di mettersi in mostra davanti alle fanciulle devote che non avrebbe avuto occasione di incontrare lontano dai ceri e dagli altari. Certo, ogni tanto gli andava male e il pubblico era costituito esclusivamente da vecchie mummie che campavano in chiesa ormai ab immemorabili, in ogni caso però aveva in tasca un buon bottino di sguardi focosi lanciati in tralice tra un offertorium e una communio di cui avrebbe potuto gradevolmente raccontare ai compagni nella prima taverna utile”
4. Ed ora un ultima domanda e una piccola curiosità personale. Quante e quali sono le Societas? Noi, infatti, ne abbiamo conosciute solo alcune. Inoltre, se potessi, di quale di esse vorresti fare parte?

Le Societas (Facoltà) sono cinque: Arti Superiori, Diritto, Medicina, Teologia, Filosofia Naturale. Vi si accede dopo aver frequentato un triennio propedeutico presso la Societas Minore delle Arti dove si studiano gli elementi delle Arti Liberali – grammatica, retorica, dialettica, astronomia, aritmetica, musica e geometria. Alla fine dei tre anni si può scegliere se continuare a specializzarsi presso ma Societas Superiore delle Arti oppure studiare presso la Scuola di Legge, di Medicina o di Teologia, oppure di Filosofia Naturale – nella quale ho voluto racchiudere gli studi scientifici e matematici, l’ingegneria e l’architettura. Se potessi scegliere, dopo il triennio alla Societas Minore delle Arti, andrei alla Scuola di Legge. Ti insegna a tracciare le fondamenta di un mondo con logica, a costruire le pareti di una società, a trovare le soluzioni seguendo semplicemente la struttura che hai dato alle sue basi.


Ringrazio Virgina per non averci ucciso durante l'organizzazione dello speciale e per le bellissime risposte! Grazie :) 


E dopo aver appreso che sarei una studentessa di Filosofia Naturale (se incontro Brayce nei corridoi lo rapisco e ve lo sistemo in una stanza così non può scappare ragazze!) la voglia di essere lì è ancora più forte! Leggendo queste risposte e quelle su Bookland rimango affascinata dalla maestria con cui Virgina ha creato questo mondo, tutti gli studi, le nozioni e le idee che vi sono dietro, rendendolo inataccabile e magnifico. Non voglio che la Croce sia l'ultima volta in cui leggeremo di questo mondo!
E voi mie cari lettori? Vi piacciono queste domande? Io ne avrei avute altre dieci probabilmente, tipo... da dove è saltata fuori l'idea delle Cinque Lune, ma ho scelto quelle che mi sembravano più interessanti, concordate con me? Cosa ne pensate?
E s quale Societas appartenete o vorreste far parte? E quale Ordine se poteste? 

Se siete capitate per caso su questo poste e non conoscete la serie dove rimediare immediatamente!

Ora vi rimando al prossimo appuntamento il 21 giugno su Atelier dei Libri!
Mi raccomando non mancate!

E ricordate se volete partecipare al giveaway de L'ordine della Croce 
commentate questo e le altre puntate!

17 Commenti

  1. Io quindi appartengo alla Societas di Diritto :P
    Bellissima intervista, davvero ben scritta e molto interessante! Devo ammettere che i primi tempi impostare la mente su uno schema di studi che non mi era familiare mi ha creato qualche problema, quindi un doppio ringraziamento per aver chiesto delle domande che hanno colmato delle lacune che erano rimaste anche dopo il terzo libro^^
    Baci a tutte, al prossimo appuntamento!

    *Valentina

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  2. Oh è durato così poco questo interessantissimo discorso.
    Virginia è stata, come al solito, illuminante. Ha spiegato tutto magnificamente, davvero!
    Leggendo ho pensato a quale Ordine farei parte e sicuramente mi piacerebbe essere parte integrante dell'Ordine della Penna. Farei compagnia a Selina kristian. Per quanto riguarda le Societas o farei Medicina o Filosofia Naturale. Sono indecisa! :D
    Grazie al blog che ci ha permesso di leggere questa interessante intervista! ^_^

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  3. Ho adorato queste domande, l'intervista mi è sembrata così breve che avrei potuto continuare per ore! Come nei suoi libri, Virginia ha la capacità d'incantarmi con le sue parole, quando parla del mondo che con tanta precisione e fascino ha costruito in Black Friars.
    E' tanto evidente nelle sue risposte, ognuna di esse sempre esaustiva, completa e interessante, che non posso fare a meno di restare sorpresa tutte le volte. E' come rileggere i libri! Basta parlare dei romanzi e io vengo catapultati istantaneamente in questi! Probabilmente anche io, se dovessi scegliere, diventerei una studentessa della facoltà di Filosofia Naturale (e mi avventerei su Bryce, potete starne certi!) Quanto agli Ordine, sono per natura una persona lunatica, dagli interessi spesso contrastanti, perciò non mi sorprende pensare che mi piacerebbe approfondire la conoscenza dell'Ordine della Penna e dell'Ordine della Croce.
    Ripeto, magnifica intervista, aspetto impaziente la prossima tappa ^_^

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  4. @Missmagik anche a me erano rimaste un sacco di domande dopo la Penna riguardati lo Studium.e tra quello è la mia mania per l'organizzazione che non riusciva ad inquadrare alcune cose, la scelta sull'argomento da trattare è venuta da sola ;)

    @Rossella andiamo a fare compagnia a Selina *-* anche io voglio far parte dell'ordine della Penna u.u

    @Bliss anche io appena sento parlare di Black Friars vengo catapultata nei libri, mentre la voglia di rileggerli mi perseguita per giorni! Poi di solito cedo e rileggo qualcosa ^_^
    Non ti ispira l'ordine delle Lunatiche? ^_^

    Ps in questo blog per un motivo sconosciuto non funziona il tasto rispondi.. Quindi commenterò con voi con la tecnica @ ^_^

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  5. Societas di legge sei mia! Mi meraviglio sempre della maestri con cui Virginia è riuscita a creare questo mondo in tutti i suoi aspetti! Mancano 16 giorni al 4 luglio! <3<3<3

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  6. @Cammie Possiamo farcela, resisteremo ancora due settimane e poi la Croce sarà nostra, buahaha! (No non è vero, non riuscirò ad aspettare così tanto ç_ç)

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  7. Penso di essere l'unica persona qui dentro a non aver ancora letto questa serie, sono un pesce fuor d'acqua!! :D Ho trovato le risposte molto interessanti, di sicuro leggero il primo di Virginia il prima possibile! :)

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  8. @Anna devi leggere sicuramente i suoi libri... sono così... *________* Non esistono parole adatti per descriverli. Se ti piacciono ti entrano talmente nel cuore che non riuscirai più farne a meno!

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  9. Sapevo che, dietro ad ogni Ordine e Societas, c'era un mondo vasto...ma non pensavo così tanto!!! Davvero, ciò che ha realizzato Virginia è qualcosa di unico, eccezionale. Nei libri ero intrigata dalla complessità degli ordini e delle facoltà e, grazie a questa intervista, ho potuto approfondire meglio l'argomento. Come avete già detto, anche a me è dispiaciuto che questa intervista sia stata così "breve", visto che mi sono letteralmente divorata queste spiegazioni fornite gentilmente dall'autrice. Le domande scelte sono state molto utili per rispondere a dei dubbi che mi erano venuti in mente nel corso della lettura, per cui ora sono felicissima!!! :D
    Per quanto riguarda quale Ordine sceglierei...uhm... direi la Penna, tutti quegli archivi, libri, misteri ancora da scoprire...sì, sì, direi che è il posto adatto a me :D
    Invece come Societas, sceglierei quella di Legge credo, considerando che mi piace trovare in ogni cosa una sua logica...
    Ringrazio ancora per questa splendida intervista e continuiamo il conto alla rovescia per l'uscita del prossimo libro.

    Lucia**

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  10. @Lucia le cose da chiedere erano davvero mille ma ho dovuto fermarmi ^_^ Se Lady Vy ci regalerà un altro libro dopo la Croce sicuramente glielo propinerò per sua somma gioia e gaudio ^_^

    Direi che si necessita la fondazione di un Ordine della Penna u.u con Lady Creatrice come Magistra u.u

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  11. Oddio, davvero delle belle risposte, io rimango sempre più incantata dalla fantasia dell'autrice!! E' qualcosa di veramente unico e originale. Lady V. è riuscita a regalarci qualcosa di insuperabile e sorprendente.
    Sai che anche io sono curiosa di scoprire su cosa si è basata l'autrice per il "club" segreto delle Cinque lune.
    Non saprei che ordine scegliere, abbiamo l'imbarazzo della scelta!!!!

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  12. Come ho detto anche nelle altre tappe, amo la mente di Virginia e la sua fantasia. Bellissima intervista anche se è stata abbastanza breve *-* Sceglierei l'ordine della penna <3

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  13. Stra sbaaaaaaaaaaaaaaaav!!! Virginia sei un mito!!!!!!!!! Pensavo fossi mediamente colta..Ma hai una cultura grande, anche se sicuramente per scrivere ti sarai documentata! Avrai sicuramente un diploma classico (che giustifica la cultura) o scientifico (per il latino) e sei così organizzata che come minimo sei anche laureata e poi sei romana (massimo status per me che sono, purtroppo ex romana) anche se, se quel che si dice in rete è vero, sei benestante quindi tra la Marconi e dove vivi tu (non faccio cenni ai quartieri in, chissà che a qualcuno vengano strane idee in mente) ce ne passerà!
    Insomma..C'è un lavoro enorme dietro Black Friars e incontras perfettamente il mio amore per la cultura e così finalmente potrò rispondere a chi parla male "dei miei fantasy" e una volta mi han citato i tuoi...
    Io sicuramente avrei fatto Medicina o Arti: per scienze nella società di Filosofia troppi calcoli..e legge è mortifera!!!!!!!
    Bè se tutte le risposte fossero state come queste.,..vorrei altre 100 domande! 4 sono così esaustive da fare per 10 domande..Ma caspita se non sono ottime risposte!
    Altra intervista! Altra intervista! Altra intervista ! (immaginate coro da stadio..)

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  14. @Mary è impossibile non rimanere incantati dalle parole della dolce Vy... E speriamo passi e ci regali qualche chicca selle Cinque Lune ;)

    @Simona la prossima volta non mi fermerò a 4 domande, promesso u.u vogliamo tutto quel che ci può raccontare :D

    @sorairo corri subito su l'Atelier dei libri per leggende altre e segnati in agenda il 25 giugno per leggerne altre ;D

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  15. Dopo quest'intervista non si può non ammirare tutto il lavoro che sta dietro la stesura di questo romanzo. Questa si che è cultura!

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  16. leggendo le risposte di Virginia durante questo Blog tour mi rendo conto che dietro la sua storia c'è un grande studio e una grande ricerca e che ognuno dei suoi personaggi, delle sue storie, delle sue parole ha un motivo preciso e fondato! è un'architettura complessa che ha richiesto tanto tempo per essere costruita e poi regalata a noi lettori! complimenti veramente!

    comunque anch'io sarei una studentessa di Filosofia naturale (non per niente sono un ingegnere) un punto in comune con il mio adorato BRYCE!!!

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  17. Bellissima anche questa intervista| Virginia ha creato un mondo unico e strabiliante. La complessità degli ordini e delle facoltà è enorme e, grazie a questa intervista, ho potuto approfondire meglio l'argomento.

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