Mr. Mercedes di Stephen King

Scritto da AmanteDiLibri - 22 dicembre

Buongiorno a tutti!
Qui è Ekathle che parla!
Eccoci pronti per un’altra recensione, ancora una volta di uno dei miei autori preferiti, Stephen King. Quello che vi propongo oggi è l’ultimo romanzo che ha sfornato, un thriller intitolato “Mr. Mercedes”.


Titolo originale: Mr. Mercedes
Serie: Bill Hodges Trilogy #1
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 30 Settembre 2014
N°pagine: 480
Trama: All'alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all'improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mercedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense. Un thriller ad alta tensione, con due antagonisti straordinari: il sanguinario Brady - Mr. Mercedes - che ignora il significato della parola coscienza, e l'ironico Hodges, superlativo erede del Marlowe di Chandler, dolente e assetato di giustizia.
Premetto che ho comprato questo libro solo perché lo ha scritto Stephen King, e non perché io ami i n maniera particolare i thriller; anzi, a parte qualche eccezione come “La verità sul caso Harry Quebert” (condito comunque con un tocco di giallo), li trovo abbastanza difficili da digerire. Comunque, poiché di solito Stephen King vuol dire qualità, un po’ come la stella di Negroni, mi ci sono buttata a capofitto.

La storia inizia di notte, davanti ad una specie di capannone in cui si terrà la Fiera del Lavoro. Un uomo, Augie, è fermo ad aspettare l’apertura, ancora molto lontana, in mezzo ad una folla di altri disoccupati in cerca di lavoro come lui. Durante l’attesa, fa conoscenza con una giovane donna e la sua bambina, che come gli altri si preparano a dormire all’addiaccio; si scambiano parole di conforto e di speranza per la Fiera, che potrebbe portare loro occasioni nuove. Dopo poche ore, mentre tutti sonnecchiano, una Mercedes grigia arriva rombando e compie una strage.


Dopo l’antefatto, scritto in modo ottimo come sempre – già provavo simpatia per i personaggi, e mi è dispiaciuto saperli morti dopo tre pagine – ci viene presentato il vero protagonista del romanzo, Bill Hodges, un detective da poco andato in pensione e già sull’orlo della depressione, giunto al punto di gingillarsi con la pistola del padre e immaginare la scena del suo suicido. 
Una situazione un po’ clichè, a dirla tutta: il dramma del vecchio poliziotto che non sa più cosa fare della sua vita, che vede davanti a sé solo la monotonia di giorni vuoti e televisione, si è già sentita. E così anche ciò che accade dopo non è nuovo: a Hodges viene recapitata una lettera, firmata da un misterioso Mr. Mercedes, che si professa l’autore della strage e sfida il detective a incastrarlo.


Hodges inizia quindi a condurre la sua personale indagine, di nascosto dagli ex colleghi ed aiutato solo dal geniale ragazzino vicino di casa, un nero orgoglioso di essere nero – nonchè uno dei personaggi più riusciti del libro. Ma il tempo stringe, e quando si insinua la possibilità che Mr. Mercedes possa colpire di nuovo, Hodges capisce che per fermarlo può contare solo sulle sue forze e su quelle dei suoi improbabili aiutanti, e che è ora di giocarsi il tutto e per tutto.



E’ stato difficile dare un voto a questo romanzo, davvero. Di nuovo, essendo Stephen King, non mi aspettavo un capolavoro. Ero certa che lo sarebbe stato. L’ultimo che ho letto, “22/11/’63 (Joyland è ancora lì che aspetta sullo scaffale), è entrato a razzo nella classifica dei miei preferiti. E’ ovvio comunque che autori così prolifici rifilino una schifezza ogni tanto, giusto per mantenere una parvenza di umanità. Eppure, “Mr. Mercedes” non rientra neanche in questa categoria. Non è un brutto libro, assolutamente; la scrittura è, come al solito, evocativa e immaginifica, alcune trovate sono davvero geniali (mi riferisco agli spettri, ma non approfondisco di più, chi ha letto capirà), e il tono della narrazione è lievemente nostalgico, soprattutto nei riferimenti alle tecnologie di ultima generazione, com’è giusto che sia se a parlare è un protagonista vecchio. Tuttavia, non è niente di speciale. Il desiderio di rivincita del poliziotto, che non è riuscito ad arrestare il serial killer e non se ne dà pace, è uno spunto molto sfruttato, e qui Stephen King non esce dal seminato. Tutto è molto classico insomma, dall’ambientazione (una grande città americana, mi pare sia Chicago ma non me lo ricordo) alla caratterizzazione dei personaggi principali (l’assassino della Mercedes, a cui spetta in totale quasi metà del libro come POV, è un pazzo sadico. Nessuna motivazione, solo follia). Non brutto, attenzione; classico. 
La storia è diversa per i personaggi secondari, che fanno da spalla al protagonista e si guadagnano la loro parte di gloria alla fine, quando Hodges rimane bloccato e la sorte delle migliaia di persone, ignare di ciò che sta per succedere, è nelle loro mani. Jerome, il vicino di casa, e Holly, la quarantenne paranoica, sono un esempio di caratterizzazione originale e aggiungono sicuramente molto al tutto. Janey Patterson, invece, è completamente inutile: arriva, fa innamorare il nostro vecchio poliziotto, e poi salta in aria. La storia d’amore, per quanto “mini”(Janey muore dopo circa 150 pagine dopo essere stata introdotta), non ci sta proprio, sembra forzata, giusto per inserirci l’elemento romantico. Aggiunga pure un capitolo del pazzo sanguinario e tagli quelli, prego.



In definitiva: un libro assolutamente nella media, senza infamia né particolare lode. Vale la pena acquistarlo, mi chiederete? Mah. In realtà sì, perché è la prima parte di una trilogia, non si sa ancora se incentrata proprio su Hodges, o su Mr. Mercedes, o su entrambi. Lo sconsiglio invece a chi non è già un appassionato di Stephen King: iniziate a scoprire il Re partendo dai suoi grandi classici. 


tre stelline

due Tywin

2 Commenti

  1. In effetti M.M. non è davvero un gran che. Per me l'unico personaggio che funziona veramente è proprio Bill Hodges. Joyland, secondo me è molto meglio di 22/11/63. Ma il migliore degli ultimi anni per me è La storia di Lisey, anche se è meno noto di altri. Lo hai letto?

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  2. Scusa il ritardo, ma ero impossibilitata a rispondere in questi giorni. No, non l'ho letto, anche se è nella mia lista (per il momento mi sto cimentando con il secondo volume della saga "La torre nera"). Ho letto parecchi commenti discordanti su questo libro: alcuni dicono che è un capolavoro, altri pensano che sia un po' buttato lì. Conto comunque di leggerlo in tempi brevi.
    Dissento invece su 22/11/'63 :) per me è questo il migliore degli ultimi anni. Ho letto Joyland tra la recensione e adesso che ti sto rispondendo; è un bel libro, mi è piaciuto e l'ho trovato coinvolgente, ma 22/11/'63 è di un altro livello, principalmente per la maggior complessità della trama e dei personaggi. La lunghezza gioca a favore di questo libro (al contrario invece di "The Dome", forse troppo lungo); ci sono sottotrame, il background dei personaggi è approfondito. Inoltre, è proprio il tipo di storia che mi è piaciuto di più, e la scena finale del ballo sotto le stelle con Sadie ottantenne per me vale da sola la lettura di tutto il libro.
    Comunque, anche Joyland mi è piaciuto, ma lo vedo più come una lettura leggera, veloce, per rilassarsi tra un "mattone" e l'altro.

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